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CIAO STEFANO VERITA LA TUA VALENZA TI SALUTA

 

VALENZA. Originario di Faenza, Stefano Verità si è trasferito a Valenza giovanissimo dove iniziò a lavorare come garzone nei laboratori di primarie aziende orafe quali Novarese, Milanese, Montaldi (azienda che è tutt’ora operante in V.le Santuario 23 – angolo con P.zza Damiani).

 

 

Il dominus orafo di Stefano Verità fu il grandissimo Vescovo che lo prese con sé in società dopo averlo nominato direttore della sua azienda. Nel lontano 1965, alla morte del maestro, Stefano Verità divenne titolare dell’azienda e successivamente, nel 1971, con Giorgio Fantini, fondò la Effe-Vi  che divenne subito un’importante player nel settore della gioielleria d’autore aprendo le porta al mercato americano.

Stefano Verità fu anche uno stimato politico locale: nelle fila del Pri, sedette nei banchi dell’opposizione del consiglio comunale di Valenza a trazione Pci-Psi - Sindaco Luciano Lenti e successivamente negli Anni ’80, conobbe la nomina a Vice Presidente dell’Associazione Orafa Valenzana, prima e nel quinquennio  1983 – 1988 la nomina a Presidente.

La Effe-Vi chiuse nel ’90, ma il maestro orafo Stefano Verità proseguì ancora l’attività fino al 2002 con la Nino Verità Designs che ebbe fra la sua rinomata  clientela anche numerose star di Hollywood.

Nella sua terza età Stefano Verità si dedicò al dialetto valenzano:

 

«La prima cosa che mi disse la padrona di casa quando arrivai a Valenza – raccontava -  è: ‘guarda che qui si parla solo in dialetto’. Così l’ho imparato e poi me ne sono innamorato».

 

Nella sua terza età Stefano Verità si dedicò al dialetto valenzano ed ai suoi concittadini.

Teneva corsi all’Università della Terza Età e amava la  scrittura. Di Stefano Verità si ricorda il “Dizionario Enciclopedico del Dialetto Valenzano”, mentre l’ultima fatica risale a Maggio 2019 dell’anno scorso e consiste in una raccolta di poesie e ricordi dal titolo «Al Banchìnni dal Smentiô»: un omaggio a Valenza, sua città adottiva, a cui ha dedicato tutta la sua vita da orafo.

 

Ciao Stefano, Valenza ti ringrazia e ti saluta con affetto.

 

Barbara Rizzi

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