Le buone prassi per il collocamento delle persone disabili nel mondo del lavoro sono quei protocolli (nel senso di abitudini) che si traducono in azioni idonee a garantire un concreto, efficace e duraturo inserimento lavorativo delle persone.
I partner del progetto SAS Project ne hanno discusso a lungo e qui di seguito è possibile leggere i principi guida su cui tutti i partecipanti concordano:
In generale, le buone prassi in tema di collocamento delle persone disabili poggiano su 3 regole fondamentali:
1. L'inclusione: le persone con disabilità devono essere inserite nel mercato del lavoro in modo da poter contribuire in modo pieno e produttivo;
2. La personalizzazione: l'inserimento lavorativo deve essere personalizzato in base alle esigenze e alle caratteristiche di ogni persona;
3. La collaborazione: l'inserimento lavorativo deve essere un processo che coinvolge diversi attori, tra cui le persone con disabilità, i datori di lavoro, gli enti pubblici e il terzo settore.
In particolare, le buone prassi per il collocamento delle persone disabili dovrebbe includere le seguenti azioni:
Per quanto concerne il punto di vista del Consorzio DIVALENZA, tra le buone prassi che si rinvengono in Italia vi è uno strumento legislativo che si chiama “Collocamento mirato delle persone con disabilità”.
E’ un obbligo previsto dalla legge italiana per le aziende con un numero di dipendenti superiore a 15. L'obiettivo è garantire l'inclusione lavorativa delle persone con disabilità, in modo che possano partecipare attivamente alla vita sociale ed economica del Paese.
Nonostante gli sforzi compiuti negli ultimi anni, il tasso di occupazione delle persone con disabilità in Italia è ancora inferiore alla media europea. Secondo i dati ISTAT, nel 2022 la percentuale di persone con disabilità in età lavorativa occupate era del 34,2%, contro il 71,4% delle persone senza disabilità.
Per migliorare l'efficacia del collocamento mirato, come buona pratica per l’inserimento nel mercato del lavoro delle persone fragili, è necessario effettuare una revisione del sistema attuale che orami ha più di vent’anni.
Alcune proposte concrete dovrebbero includere:
In particolare, si potrebbero adottare le seguenti misure:
Queste misure potrebbero contribuire a migliorare l'inclusione lavorativa delle persone con disabilità in Italia, in linea con gli obiettivi di sviluppo sostenibile dell'Agenda 2030.
Inoltre, è importante considerare che il collocamento mirato è solo una parte di un processo più ampio di inclusione lavorativa. È necessario anche investire nella formazione e nell'orientamento professionale delle persone con disabilità, in modo che possano sviluppare le competenze e le abilità necessarie per trovare un lavoro.
Infatti, per garantire la formazione professionale alle persone disabili è necessario adottare un approccio integrato che coinvolga diversi attori, tra cui:
In particolare, si potrebbero adottare le seguenti misure:
1. Promuovere l'inclusione degli studenti con disabilità nel sistema educativo e formativo ordinario. Questo potrebbe essere fatto attraverso l'adozione di misure di supporto, come ad esempio l'assistenza personalizzata, l'adattamento dei programmi didattici e l'utilizzo di ausili tecnologici.
2. Fornire formazione professionale specifica per le persone con disabilità. Questa formazione dovrebbe essere adattata alle diverse tipologie di disabilità e alle esigenze lavorative specifiche.
3. Sviluppare percorsi di formazione professionale che prevedano l'esperienza lavorativa. Questo permetterebbe alle persone con disabilità di sperimentare il mondo del lavoro e di sviluppare le competenze necessarie per inserirsi nel mercato del lavoro.
L'insieme di queste misure potrebbero contribuire a garantire la formazione professionale alle persone disabili, in modo che possano avere maggiori opportunità di trovare un lavoro e partecipare attivamente alla vita sociale ed economica del Paese (Italia).
Inoltre, è importante considerare che la formazione professionale è un processo continuo che deve essere adattato alle esigenze delle persone con disabilità nel corso della loro vita lavorativa.
È quindi necessario investire in servizi di formazione continua e di orientamento professionale, in modo che le persone con disabilità possano mantenere e sviluppare le proprie competenze e abilità.
Proprio per garantire la formazione (anche nell’ottica dell’aggiornamento professionale) l'organizzazione della scuola per le persone con disabilità cognitive deve essere basata su alcuni principi fondamentali, tra cui:
In base a questi principi, la scuola per le persone disabili cognitive dovrebbe essere organizzata in modo da:
1. Promuovere l'inclusione sociale e scolastica degli studenti. Questo può essere fatto attraverso la creazione di un ambiente scolastico accogliente e inclusivo, che valorizzi le differenze e promuova la partecipazione di tutti gli studenti.
2. Garantire un'istruzione di qualità che sviluppi le competenze e le abilità degli studenti e successivamente garantisca il loro aggiornamento professionale per garantire avanzamenti di carriera. Questo può essere fatto attraverso l'offerta di programmi educativi e di supporto specifici per le persone disabili cognitive.
In particolare, si potrebbero adottare le seguenti misure:
L'organizzazione della scuola per le persone disabili cognitive è un processo complesso.
Qui di seguito si propongono alcuni esempi concreti di come i principi sopra enunciati possono essere concretamente applicati nell'organizzazione scolastica:
1. Le classi possono essere organizzate in modo che gli studenti con disabilità cognitive siano inseriti in gruppi di pari con abilità simili. Questo può aiutare gli studenti a sentirsi parte del gruppo e a ricevere il supporto di altri studenti.
2. I programmi didattici possono essere adattati alle esigenze individuali degli studenti, utilizzando materiali e metodi di insegnamento specifici per le persone con disabilità cognitive. Ad esempio, gli insegnanti possono utilizzare materiali in formato digitale o in Braille, o possono utilizzare strategie didattiche basate sull'esperienza pratica.
3. Gli insegnanti possono utilizzare strategie di insegnamento inclusive, che coinvolgano tutti gli studenti, anche quelli con disabilità cognitive. Ad esempio, gli insegnanti possono utilizzare attività di gruppo che permettano agli studenti di lavorare insieme e di imparare gli uni dagli altri.
Gli insegnanti possono collaborare con gli altri professionisti, come gli psicologi e gli educatori specializzati, per elaborare un piano educativo individualizzato per ogni studente con disabilità cognitiva. Questo piano dovrebbe includere gli obiettivi di apprendimento, le strategie di intervento e i servizi di supporto necessari per lo studente.
È importante notare che non esiste in Italia un modello unico di organizzazione della scuola per le persone con disabilità cognitiva. L'organizzazione della scuola deve essere adattata alle esigenze specifiche degli studenti e del contesto scolastico.
Altro elemento fondamentale da considerare nell’elaborazione delle buone prassi è la formazione degli insegnanti per dare loro gli strumenti per insegnare alle persone disabili cognitive. Si tratta di un passaggio fondamentale per garantire un'istruzione di qualità e inclusiva a questa categoria di studenti.
Gli insegnanti che lavorano con studenti con disabilità cognitive devono avere una formazione specifica perché devono essere aiutati (nel senso di essere messi in grado) di comprendere le esigenze di questi studenti al fine di sviluppare le competenze e le abilità necessarie per insegnare loro in modo efficace ed adeguato.
La formazione degli insegnanti dovrebbe includere i seguenti elementi:
La formazione degli insegnanti è un processo continuo che deve essere aggiornato in base alle nuove conoscenze e alle nuove esigenze degli studenti. Qui di seguito alcuni esempi di come la formazione degli insegnanti può essere utile per insegnare alle persone disabili cognitive:
1. Un insegnante che conosce le diverse tipologie di disabilità cognitive sarà in grado di identificare le esigenze specifiche di uno studente con disabilità cognitiva e di sviluppare un piano di apprendimento personalizzato.
2. Un insegnante che conosce le metodologie didattiche inclusive sarà in grado di adattare la didattica alle esigenze individuali degli studenti, in modo da renderla più accessibile e coinvolgente.
3. Un insegnante che conosce le strategie di intervento appropriate per le persone con disabilità cognitive sarà in grado di aiutare gli studenti a superare le loro difficoltà e a raggiungere i loro obiettivi di apprendimento.
La formazione degli insegnanti è un investimento importante per garantire un'istruzione di qualità e inclusiva a tutti gli studenti, compresi quelli con disabilità cognitive ed è propedeutica al concreto ed effettivo inserimento delle persone con disabilità cognitiva nel mondo del lavoro.