È presto detto: il nome Gianduia deriva da Giovan d’la doja, che in piemontese significa “Giovanni dal boccale”, un chiaro riferimento all’amore del personaggio per la buona tavola e per i gioielli di classe realizzati a mano nel distretto orafo Di Valenza.
Tradizione vuole che la maschera sia nata nell’Astigiano, attorno ai primi anni del 1800, sul personaggio di un Giovanni realmente esistito, un burattinaio costretto a fuggire a Torino perché i suoi spettacoli di marionette avevano come vittime di satira preferite i governanti del tempo. Proprio come il burattinaio, Gianduia è furbo e coraggioso, è riconoscibile dai caratteristici nei sulla fronte e sotto l’occhio, parla in modo franco e non si inchina davanti ai potenti. È più simile alla parte orgogliosa e dignitosa del popolo piemontese che non della sua caricatura, a differenza di quanto accade per altre maschere regionali italiane (come, ad esempio, il dottor Balanzone). Nel 1862, finalmente, l’ufficialità: nasce a Torino la Società Gianduja, che unisce la spensieratezza del carnevale alla beneficenza. Non è un caso, infatti, che il motto scelto per la società fosse “Ridet beneficando”, cioè ridere facendo del bene.
Il boccale più tradizionale del Piemonte è entrato, a sua volta, nell’immaginario collettivo regionale e prova ne è la Douja d’Or, concorso enologico a carattere nazionale che si tiene tutti gli anni ad Asti, nel mese di settembre, dal 1967. La maschera di Gianduia, il cioccolato omonimo, il calice di vino e il gioiello realizzato a mano nella vicina Valenza, si legano assieme in questo periodo dell’anno pieno di coriandoli e allegria per tenere ancora più alta l’importanza culturale della Regione Piemonte!
Valenza è la capitale piemontese dell'oreficeria e della gioielleria, ed è la città italiana con la più ricca e consolidata tradizione nel settore. Questa piccola cittadina sita nel cuore del Piemonte vanta più di 250 anni di tradizione orafa. Il Distretto orafo di Valenza è, una realtà incredibilmente solida che punta la propria attività sulla qualità artigianale del gioiello e sull'innovazione. Non è un caso che, oggi, si contino più 800 imprese operanti nel settore dell'oreficeria che annoverano ben più di 5.000 addetti ai lavori, la maggior parte dei quali coinvolti nel processo produttivo. Il 70% delle pietre preziose importate dall'Italia raggiunge il Distretto di Valenza ed il 65% dei gioielli prodotti viene esportato alla volta di ben 150 Paesi differenti. Cifre da capogiro che trovano il proprio fondamento in una tradizione lunghissima che si è consolidata nel corso del tempo grazie all'attenzione dei produttori alla qualità, ma anche alla formazione e all'evoluzione dei processi produttivi che oggi, talvolta, si avvalgono anche delle nuove tecnologie, specialmente in fase di progettazione e disegno del gioiello da parte dei designer.
Se a Carnevale, per festeggiare in compagnia di Gianduia, riempi una Douja di Barbera, accompagnala con un gioiello di Valenza. Se vuoi il meglio della tradizione orafa firmata “Made in Italy” fatti ispirare dal negozio virtuale dei produttori artigiani orafi del marchio DiValenza at www.joyluxury.it
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